Mare

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giovedì 18 novembre 2010

Alla mia maestra..delle scuole elemantari....ricordi.del primo giorno di scuola ....


Alla mia maestra

Lo so, ormai è chiaro che la nostalgia del tempo che fu ci fa rivivere la nostra vita come il nastro di un film che si sta riavvolgendo dalla fine all'inizio. Inizio che comincia con me piccola piccola e negli occhi lo spavento anzi il terrore di un mondo nuovo, un grande edificio di colore giallo, tante scale, tanti bambini chiassosi, un uomo con una divisa strana, donne e uomini che tengono per mano i loro piccoli come me, e che come me indossano un grembiulino bianco per le femminucce e con un fiocco blu, e per i maschietti uno blu con il fiocco bianco. Strane manovre di separazione in un grande cortile di bambini , separati i maschi dalle femmine si riparte a separare i più grandi a scalare fino ai più piccoli. Nel momento che sono costretta a lasciare la mia manina da quella grande e sicura di mio padre, sento nel mio cuore la certezza che prima della fine della brutta avventura che mi aspetta, sarò mangiata, sarò fatta in piccoli pezzetti da qualcuno grande e scalmanato...Eccomi al momento dei saluti con mio padre,non piango , rimango muta, solo gli occhi parlano da soli, insieme ad altre bambine una signora con i capelli bianchi ci chiama per nome e in fila indiana ci accompagna in una grande stanza, l'aula della classe prima . Tre file di banchi a nostra misura con le relative sedioline, una grande lavagna e un tavolo pieno di cartelle dietro il quale siede quella signora...la signora maestra .La maestra che con il tempo rappresenterà la mia seconda mamma, la signora Ferdinanda Pistininzi Alecce...la maestra che mi accompagnerà per 5 lunghi anni, che prenderà la mia manina affidatole da mio padre, nell'esperienza più traumatica della mia vita...superare la mia immensa timidezza fatta di mutismo, di tremori, di rossori vistosi...Mi affidava sempre dei compitini di organizzazione della classe, andare a prendere dei gessetti nuovi in fondo al corridoio nello stanzino del bidello, o il cancellino dalla maestra della classe a fianco, o portare il registro in segreteria...Le mie gambe tremavano percorrendo il corridoio, rimanevo ferma con il cuore che scoppiava e il pugno sospeso nell'aria perchè non c'era il coraggio di bussare alla porta della classe di fianco. Pensavo: dovrò parlare, sentiranno la mia vocina, e tutte le fiamme che avvolgeranno il mio visino saranno lì visibili a tutti. Tutti rideranno di me e io vorrò morire!!

Ero brava, la piu' brava della classe purtroppo, e dico purtroppo perchè questo comportava essere sempre in prima linea, a vista di tutti per leggere i miei compitini, per recitare le poesie a memoria, per spiegare una operazione matematica, cosa avrei dato per essere più ignorante e passare inosservata...Avevo astio per la mia maestra, la signora maestra Pistininzi voleva da me cose del'altro mondo, io non capivo che lo faceva per il mio bene, per sciogliere il mio carattere chiuso....ma le altre bambine della mia classe prendevano le attenzioni verso di me come unprivilegio esclusivo a loro negato, erano invidiose e mi perseguitavano con sberleffi per la strada nel rientro a casa. Pensavo ...tutta colpa della maestra e di mi padre che mi ha affidato a lei, mi vogliono morta e allora forse è meglio morire davvero!!Che pensieri funebri avevo, niente allegria come le bambine della mia età....Comunque a poco a poco si faceva vivo nel mio cuore l'affetto per la maestra fonte di vita con i suoi insegnamenti...Non solo scolastici ma anche pratici...il ricamo, il lavoro a maglia, il disegno,il canto, l'arte, la musica...Quanto l'ho amata e negli anni successivi le scuole elementari non ho mai mancato di andare a trovarla in pensione con mio padre per donarle un fiore ed un mio sorriso. Grazie.

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